“Eravamo consapevoli che per tentare di rimetterle in mare saremmo dovuti intervenire per lo meno 10 o 12 ore prima” ha spiegato un portavoce del ministero della Protezione ambientale neozelandese. “E che, dato il caldo di quelle ore, molte sarebbero morte a breve sulla spiaggia”. Sulla baia di fronte alla spiaggia, inoltre, si stava abbattendo una tempesta rendendo anche il tentativo disperato di salvarle troppo pericoloso per i volontari e il personale impiegato.
Le balene globicefale, lunghe fino a 6 metri, sono molto comuni nelle acque della Nuova Zelanda, e lo sono anche gli spiaggiamenti di massa – anche se non sempre così numerosi. All’inizio di febbraio sono morte in 14 arenate sulla spiaggia della città turistica di Nelson e altre 24 sono decedute in agosto a Cape Reinga, nell’estremo Nord del Paese. Gli scienziati non hanno una risposta certa sul perché di questo comportamento: potrebbe essere dovuto a delle interferenze dei “sonar” oppure potrebbe accadere quando un membro malato del branco si stacca e le altre lo seguono.