L’indebitamento pubblico dell’Italia cresce nel 2010 del 4,5%, rispetto ai livelli con cui aveva chiuso il 2009. Lo dice l’ultimo rapporto di Bankitalia, che stima a fine 2010 il debito pubblico a 1843 miliardi di euro. Un dato, che diminuisce sul mese di novembre di ben 25 miliardi di euro, quando il livello di indebitamento era arrivato a 1868 miliardi.
A novembre stesso, tuttavia, il governatore Draghi aveva previsto una discesa nominale del debito, che si sarebbe ottenuta entro l’anno. Cosa che, in effetti, è accaduta, persino, forse, a un rirmo superiore alle attese.
Il calo di dicembre rifletterebbe la maggiore liquidità delle casse della Pubblica Amministrazione, grazie a uno scadenzario fiscale, che fa lievitare in quel mese le entrate.
Tuttavia, lo stesso Draghi ha manifestato preoccupazione per la crescita percentuale del debito, superiore alla crescita nominale del pil. Questo comporterà, come d’altronde già previsto, un aumento del rapporto debito/pil per il 2010.
Il governatore italiano ha invitato l’Italia a prendere esempio dalla Germania, che solo rilanciando la crescita, attraverso guadagni di produttività, è riuscita ad alleggerire la sua posizione debitoria, rilanciando la ripresa.
In cifre, nel 2010 il debito pubblico italiano è cresciuto di 80 miliardi di euro, passando da 1763 miliardi a 1843 miliardi.
In termini nominali, anche nel 2011 in corso, il debito dovrebbe crescere, sebbene a un ritmo inferiore. E’ probabile che il maggiore indebitamento, quest’anno, si attesti a circa 62-63 miliardi, o forse meno.