Gli ispettori dell’Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale hanno dato l’ok ai conti trimestrali di Atene, dopo che si erano recati a fine gennaio in Grecia, per effettuare il monitoraggio dovuto, superato il quale, il Paese potrà accedere alla terza tranche di aiuti per 15 miliardi di euro, che porterebbero i prestiti in totale a 110 miliardi di euro (80 della UE e 30 di Fmi).
Secondo UE e Fmi, la Grecia, in effetti, ha adottato le misure necessarie per correggere il rapporto tra deficit e pil di circa il 6% del pil, portandolo al 9,5%. Questo è stato ottenuto, attuando le misure richieste dal patto di ristrutturazione, previsto lo scorso anno, in sede di concessione dei prestiti, e che prevedeva la diminuzione della spesa pubblica e l’aumento delle tasse, oltre che a un piano di privatizzazioni, per reperire risorse necessarie a ripagare parte del debito.
Gli ispettori non nascondono ancora carenze in determinate aree, quali istruzione, sanità e occupazione. Ma l’outlook sarebbe positivo, grazie anche alla bassa inflazione, che non ha risentito granchè dell’aumento dei prezzi delle commodities, e l’abbassamento del costo del lavoro per unità di prodotto (clup) dovrebbe consentire ad Atene di guadagnare in competitività sui mercati internazioanli, quindi, di sostenere l’export e la crescita, necessaria per allargare la base economica, in modo da incrementare le risorse finanziarie utili a ripagare i prestiti.