L’anoressia è una piaga della nostra società che piega sempre di più giovani donne ragazze verso un tunnel senza fine. Dopo gli avvenimenti degli ultimi mesi, la morte della fotomodella simbolo della lotta a questa malattia, Isabelle Caro e poi il suicidio della madre per quella perdita troppo pesante da sopportare, hanno portato alla ribalta questa problematica così forte e spinosa. E’ recente una notizia basata su una ricerca italiana, che probabilmente questa malattia può essere causata dal nostro cervello.
Si è sempre parlato di questa malattia come una patologia psicologica, che nasce dalle emozioni della vittima, e dalle sensazioni e dalla voglia e del desiderio di sentirsi e di volersi sempre più magri. Oggi, questa nuova ricerca indica una via, secondo la quale, questa malformazione del nostro cervello, influirebbe sulla nostra visione distorta dei soggetti interessati allo specchio. Questa causa, porterebbe a non accettarsi e a infilarsi in questo buco senza fine, che se non curato debilita prima la mente e poi l’organismo, per poi finire con la morte.
Orgogliosi di questa ricerca sono gli studiosi dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma il cui responsabile è Santino Gaudio. La ricerca è stata fatta su un numero a campione di adolescenti, tramite una tecnica di neuroimaging, hanno potuto valutare la quantità di materia grigia presenta in alcuni soggetti aventi 16 anni, che avevano una forma patologica di anoressia restrittiva, escludendo altre patologie psicologiche, in confronto con altre adolescenti della stessa età, quindi, perfettamente sane. L’esito è stato proprio questo, una lieve diminuzione del volume della massa cerebrale nei soggetti affetti da anoressia. I ricercatori hanno asserito di essere ancora all’inizio della ricerca e dello studio, le scoperte fatte fin adesso, aprono nuove prospettive di cure e terapie per le persone malate di anoressia, un passo in avanti verso la salvezza dall’anoressia.