Il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha detto la sua sulla politica energetica del nostro Paese, proponendo anche soluzioni, che non passeranno di certo inosservate nel mondo politico.
Marcegaglia ha, infatti, dichiarato che bisognerebbe iniziare a ridurre drasticamente gli incentivi per le rinnovabili, che già oggi sarebbero ai livelli più alti in Europa, e assorbono troppe risorse. Positivo, invece, il suo commento sugli incentivi alla maggiore efficienza energetica, come con i bonus del 55%, che premiano i risparmi di costo per famiglie e imprese, alleggerendo la bolletta energetica.
Rammarico, però, sulla minore incentivazione dell’efficienza energetica, a partire da quest’anno, come previsto dalla legge di stabilità, che prevede un numero inferiore di anni per detrarre il costo degli interventi.
La maggiore efficienza energetica, secondo uno studio di Confindustria, aggiungerebbe lo 0,4% del pil all’anno, fino al 2020, e creerebbe 800 mila posti di lavoro.
Ma non si ferma qui l’analisi della numero uno degli industriali. Secondo la Marcegaglia, bisogna andare avanti rapidamente con il nucleare, sottraendo alle regioni la possibilità di decidere sulle opere infrastrutturali del Paese. In questo senso, sostiene, bisognerebbe ritoccare il Titolo V della Costituzione in direzione anti-federalista, perchè gli enti locali non possono bloccare, per ragioni egoistiche, infrastrutture che hanno un’importanza strategica sul piano nazionale.
Immediate le reazioni delle associazioni ambientaliste, che non hanno gradito l’intervento pro-nucleare della Confindustria.