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Ci sono storie che vanno oltre il calcio; storie che a volte, pur essendo stravaganti o inverosimili, ci lasciano qualcosa di positivo e alla fine ti fanno pensare che il mondo del pallone non è stato ancora del tutto divorato dallo show-business.
La storia in questione è quella di Fabrizio Miccoli, numero 10 e capitano del Palermo, grande professionista e bomber dei rosanero. Ma Fabrizio Miccoli non è solo un talentuoso calciatore, Fabrizio Miccoli è anche un grande tifoso del Lecce.
Sembrerà strano ai più quello che è successo domenica pomeriggio allo stadio Via del Mare di Lecce, ma chi vive di questo sport è in grado di capire.
Ventiquattresima giornata di serie A, Lecce-Palermo: giallorossi in vantaggio uno a zero, quando l’arbitra assegna un calcio di punizione al Palermo. Miccoli piazza a terra il pallone, guarda la barriera e calcia, come al solito. E come spesso gli capita la traiettoria del pallone è formidabile, la rete si gonfia: una prodezza. Eppure il “Romario del Salento” come lo chiamano da queste parti non esulta, anzi. Sembra essere contrariato, scuote il capo. Il tipico silenzio dello stadio intero dopo aver subito un gol dagli ospiti, gli fa male come fosse un autogol.
Durante l’intervallo, Miccoli chiede il cambio. Il mister lo accontenta e lo lascia negli spogliatoi, lì non sentirà più nulla. Aspetterà il di chiedere il risultato finale della partita del Lecce, come fa ogni domenica al termine delle sue di partite, sperando che prima poi in quello stadio tornerà ad esultare insieme ai suoi tifosi.