USA, mercato del lavoro ancora in difficoltà

GLi ultimi dati sull’occupazione negli USA, attesissimi dai mercati e non solo, e pubblicati ieri, mostrano una realtà molto in affanno ancora nel Paese nordamericano, che non sembra essere uscito pienamente dalla crisi, come previsto, almeno in questo ambito.

Alcune cifre bastano per dimostrare la realtà. A gennaio sono stati creati solo 36 mila posti di lavoro, mentre le previsioni puntavano su circa 150 mila. Il tasso di disoccupazione è sceso al 9%, dal 9,4%, ma il dato non incoraggia, perchè nel medio periodo, tutte le analisi convergono nel ritenere insufficiente il ritmo di creazione dei posti di lavoro, per arrivare a un calo della disoccupazione.

Continuano a licenziare, ad esempio, il settore pubblico e le costruzioni (la crisi è partita dal settore immobiliare).

Secondo gli economisti, sarebbero necessari almeno 300 mila posti di lavoro in più al mese, per potere determinare in un lasso di tempo medio un calo significativo della disoccupazione, negli USA. Solo 150 mila, infatti, sarebbero i posti necessari da creare ogni mese, per tenere il passo con la situazione demografica. In sostanza, affinchè il tasso di disoccupazione rimanga stabile, è necessario che si creino 150 mila posti di lavoro al mese.

Già nei giorni scorsi, alcuni analisti avvertivano che per considerare l’occupazione degli USA in ripresa bisogna che si creino almeno 200 mila posti di lavoro al mese per sei mesi consecutivi. Ma siamo ancora ben lungi dall’obiettivo, a maggior ragione che circa 4-5 milioni di lavoratori, pare, che abbiano smesso di cercare un’occupazione, scoraggiati dalla crisi, pertanto non vengono calcolati tra i disoccupati.

E il tasso di occupazione scende al 64,2%, significativamente basso, in una realtà come quella americana. Mai così basso negli ultimi 26 anni.

E nel biennio 2008-2009 di recessione, sarebbero stati persi circa 8,5 milioni di posti di lavoro. La Fed ha avvertito già da mesi: ci vorranno anni, prima di tornare ai livelli di occupazione pre-crisi. E con le elezioni presidenziali a fine anno prossimo, Obama è già in affanno!

Gestione cookie