Il prezzo del greggio, che nel mese di gennaio aveva stoppato la sua corsa e si era riportato sotto la soglia dei 90 dollari al barile, livello di riferimento Opec, per il cosiddetto prezzo di equilibrio, ritorna a correre, sospinto dalle tensioni in Egitto e dalle ipotetiche ripercussioni che questa nuova ondata di scontri nel mondo arabo possa avere sulla produzione del greggio.
A Londra, il Brent, nella seduta di ieri, è cresciuto di ben 2 dollari al barile, con una quotazione appena sotto la soglia psicologica dei 100 dollari, che molti analisti di mercato vedono per superata a breve, per la prima volta dall’inizio della crisi del 2008.
In coincidenza con lo sprint del greggio, sono emersi gli ultimi dati sull’andamento del pil americano nel quarto trimestre 2010, un dato superiore al trimestre precedente, ma leggermente inferiore alle previsioni, con la conseguenza che il dollaro si è apprezzato visibilmente rispetto all’euro, portandosi a un rapporto di 1,36 contro il precedente 1,3780 del giorno prima.
Due fattori che spingono le borse, in particolare, quelle europee a una maggiore cautela, perchè i due dati combinati (aumento prezzo petrolio e maggiore forza del dollaro) rappresentano elementi negativi di impatto sull’economia europea, potendo comportare un rialzo del tasso di inflazione e frenare la già fragile ripresa in atto nel Vecchio Continente.