Gli USA di Barack Obama non brillano per chiarezza espositiva, malgrado il Presidente americano venga indicato a grande comunicatore. Sembra persino una beffa, ma in soli tre giorni l’Amministrazione di Washignton è riuscita a dare alla stampa due messaggi opposti sul futuro della politica economica, in particolare fiscale, che si intende portare avanti.
Al discorso sullo stato dell’Unione, il Presidente Obama aveva affermato esplicitamente che avrebbe messo mano ai tagli della spesa pubblica, in favore di conti in ordine, venendo così incontro alle richieste del Partito Repubblicano, ora maggioranza alla Camera e rafforzatosi anche al Senato, nonchè alle pressioni delle agenzie di rating internazionali, che hanno già avvisato gli USA su un possibile declassamento del debito sovrano federale.
Da Davos, in Svizzera, dove si è tenuto il forum dedicato all’economia globale, il Ministro del Tesoro degli USA, Timothy Geithner, ha, invece, dichiarto con assoluta nettezza che non ci saranno tagli alla spesa, prima che l’America non sarà tornata saldamente alla crescita, smentendo la politica del rigore del suo Presidente.
A questo punto, il nodo da sciogliere è tutto interno al governo federale, anche se ipotizzare uno scontro tra Obama e Geithner è cosa del tutto erronea. La sensazione è che Obama giochi con le parole, per tenere buona la parte crescente dell’opinione pubblica, sempre più perplessa sulla politica del “big government” e del “tax and spend” dell’amministrazione americana.
Ma forse nè Geithner, nè Obama hanno capito la gravità di un debito pubblico al 100% del pil e di un deficit federale al 10%.