L’uomo dovrà inoltre risarcire la Lav quale parte offesa e pagare le spese processuali. “E’ una sentenza importante” dichiara Maurizio Santoloci, direttore dell’Ufficio Legale Lav “perché restituisce un po’ di giustizia non solo a uno dei tanti animali purtroppo maltrattati, ma in particolare ad una specie incredibilmente ancora considerata ‘da traino’, costretta a lavorare e a sostenere fatiche spesso insopportabili”. “In questo caso – continua Santoloci- il responsabile non ha neppure avuto pietà del suo animale riverso a terra, né si è preoccupato del suo stato di malnutrizione e ha drammaticamente infierito percuotendo la mula con calci e pugni“.
Giustizia è stata fatta dunque? Forse, ma non per la povera mula che non potrà godere il meritato riposo dopo le dure fatiche e i maltrattamenti subiti. L’animale infatti non fu subito sequestrato della mula e quando la Polizia Giudiziaria, su richiesta della Lav, andò dal proprietario per il sequestro, l’uomo dichiarò di averla regalata, non si sa a chi. Del povero animale si sono dunque perse le tracce, potrebbe essere morta oppure in mani ancora peggiori.
“Questa sentenza smentisce clamorosamente il quantomeno superficiale parere del medico veterinario intervenuto sul posto che giudicò la situazione non grave, tanto da non permettere il sequestro della mula e quindi la sua salvezza – commenta Gianluca Felicetti, presidente della Lav – per ottenere questo piccolo ma concreto risultato è stata fondamentale l’indignazione dei passanti, un dovere morale per tutti i cittadini”.