Non c’è ancora pace per la cedolare secca sui canoni di affitto, che secondo la legge di stabilità, approvata a fine 2010, dovrebbe prevedere, tramite decreto attuativo, da emanarsi entro gennaio 2011, un’aliquota secca del 20% sui canoni, per il proprietario di un immobile ceduto in locazione a scopo abitativo.
Si era parlato di un’aliquota secca al 20%, contro l’attuale disciplina che prevede di integrare gli introiti da canone nel reddito e quindi sottoporlo alla normale tassazione Irpef. Poi, qualche giorno fà, si era invece discusso dell’ipotesi di un’aliquota al 23%, quindi, in linea con l’aliquota Irpef più bassa.
Ieri, invece, in sede di discussione sul federalismo fiscale, si era tornati a parlare della cedolare secca, ma con l’ipotesi del 21%. Tuttavia, si prevedono differenziazioni i limiti allle possibilità di utilizzo del nuovo strumento fiscale, contrariamente all’automaticità di cui si parlava a dicembre.
Il nuovo sistema fiscale dovrebbe infatti essere richiesto dal proprietario, e l’aliquota del 21% scatterebbe a condizione che il canone non venga mai adeguato, nemmeno all’inflazione. Se poi, invece, il canone venisse concordato con l’inquilino, l’aliquota scenderebbe al 19%, rispetto a un’ipotesi iniziale del 20%.
Ieri, si sarebbe anche deciso una compartecipazione crescente dei comuni al gettito della tassazione sui canoni di locazione, con un 21,7% nel 2011 e un 21,6% a partire dal 2012.