Una “guerra” tutta nell’Estremo Oriente, quella che sta avvenendo tra Cina e Giappone, sul secondo posto come potenza economica mondiale.
Dal 1968, infatti, dopo gli USA, il Giappone è sempre rimasta la seconda potenza economica per pil. La Cina, come sappiamo, con tassi di crescita media, negli ultimi anni, intorno al 9%, ha scavalcato uno ad uno tutti i Paesi delle prime posizioni in classifica, fino ad insediare il tanto gelosamente custodito secondo posto del Sol Levante.
Anche nel 2010, il Giappone ce l’aveva fatta a difendere la sua posizione, ma lo sprint finale dell’economia cinese, negli ultimi due mesi, con una crescita del 9,8% a dicembre e del 9,6% a novembre, che ha portato il tasso medio di crescita cinese del 2010 al 10,3% ha consegnato il secondo posto alla Cina, con buona pace dei giapponesi.
Entrambi i Paesi sfiorano i 4000 miliardi di dollari di pil, ma la Cina ha superato il dato nipponico di qualche miliardo. Malgrado le previsioni del Giappone parlino di una crescita dell’ultimo trimestre del 2%, il differenziale di crescita tra i due Paesi è così ampio, che semmai il Giappone dovesse anche recuperare, la “sconfitta” sarebbe solo rimandata di qualche mese.
In termini concreti, l’insidia del secondo posto è questione di nessun interesse; rimarca semmai una questione psicologica, che denota come i cinesi siano diventati potenza economica di altissimo rango, in un tempo troppo breve, che non ce ne eravamo forse neanche accorti.