Il segretario generale dell’Opec (l’organizzazione che raggruppa i Paesi produttori di petrolio), nonchè ministro iraniano per il petrolio, Kazemi, si è detto convinto che l’ipotesi di un prezzo del petrolio a 100 dollari al barile. Secondo Kazemi, infatti, a spingere in tal senso sarebbero la maggiore domanda e la maggiore capacità di acquisto dei Paesi occidentali, ma ha assicurato che comunque si atterrà alle disposizioni dell’ultime vertice, che aveva fissato in 90 dollari al barile, il prezzo di riferimento per questa fase, onde evitare ripercussioni negative sulla ripresa a livello mondiale.
Già al precedente vertice di qualche mese fà, l’Iran si era fatto portavoce della necessità di innalzare il prezzo a 100 dollari, riducendo l’offerta di petrolio. La decisione di proseguire con i prezzi attuali era stata assunta, dopo richieste e pressioni internazionali; tuttavia, lo stesso vertice dell’Opec aveva fatto intendere che al più tardi in primavera del 2011 si sarebbe riproposto il problema.
Le parole di Kazemi non faranno altro che accelerare una decisione di revisione al rialzo dei prezzi; decisione che stavolta troverà maggiore consenso, data la ripresa effettiva di Europa e Stati Uniti.
Inutile ribadire quanto questa eventuale mossa impatti negativamente le nostre economie, attraverso un surriscaldamento dei prezzi, che necessiterà una politica monetaria restrittiva, come già prefigurato dal Presidente della BCE, Jean-Claude Trichet.