Il Presidente della Banca Centrale Europea, Jean-Claude Trichet, a sorpresa, ieri si è detto preoccupato del possibile impatto negativo sull’andamento dei prezzi, nel medio periodo, del rialzo dei costi delle materie prime.
Secondo Trichet, attualmente l’inflazione in Eurolandia non preoccupa, ma l’aumento dei prezzi delle materie prime potrebbe avere ripercussioni negative sul tasso di inflazione nei prossimi mesi, per cui la BCE farà di tutto per scongiurare che ciò accada. L’attuale tasso viene monitorato con attenzione, dopo che a dicembre l’inflazione media dei Paesi euro si è attestata al 2,2%, oltre il limite prefissato del 2%, ben oltre le attese della stessa BCE, segnalando una tendenza a una rapida accelerazione.
Trichet conferma che in due Paesi importanti europei extra-Eurolandia, Regno Unito e Svizzera, negli ultimi mesi le aspettative di inflazione si stanno surriscaldando, per cui bisognerà intervenire per evitare che ciò accada anche in Eurolandia.
Proprio per questo non si esclude di intervenire nel prossimo futuro, con un rialzo dei tassi di riferimento, ormai lungamente fermi all’1%, ma considerato ancora un tasso appropriato per l’istituto di Francoforte. Ciò non dovrebbe impattare negativamente sulle banche, che anzi potrebbero avere, nonostante la crisi, un margine di manovra maggiore, per fare profitti.
Alla notizia delle preoccupazioni di Trichet sull’inflazione, l’euro ha reagito con un rialzo del cambio sul dollaro, attestandosi a 1,3357; ciò segnala la convinzione dei mercati che sia in arrivo un rialzo dei tassi di riferimento.