Succede a Roma, su denuncia della LAV(Lega Anti Vivisezione). F.B. viene denunciato dalla LAV, in quanto ritenuto colpevole di non aver accudito i gatti della sorella defunta, ed è condannato. La donna, nonostante un handicap motorio, si era sempre occupata con molto amore dei suoi gatti e anche di quelli delle colonie feline che si trovavano nei pressi della sua abitazione; socia e attivista della LAV negli anni ‘90, era sempre attenta alle necessità dei suoi amici a quattro zampe.
L’uomo, dopo la morte della sorella, non ha fornito ai gatti la dovuta assistenza; ad aggravare la sua posizione è anche il fatto che ha allontanato gli animali dalla casa e dal giardino della donna, e, inoltre, non si è preoccupato di trovare per loro una nuova sistemazione.
La LAV si è costituita parte civile nel processo. Il Tribunale di Roma ha riconosciuto F.B. colpevole del reato di abbandono di animali, ai sensi dell’art. 727 del Codice Penale. L’uomo ora, oltre alle spese processuali, dovrà pagare un’ammenda di 800 euro.
L’Avvocato Carla Campanaro, dell’Ufficio legale della LAV ha commentato: “La LAV plaude alla illuminante sentenza del Tribunale penale di Roma che rappresenta un importante riconoscimento di come gli animali abbiano diritto alle cure anche dopo la morte del proprietario. Si tratta di un’importante pronuncia che permette di inquadrare in maniera più ampia il reato di abbandono di animali”.
Ha concluso Ilaria Innocenti, responsabile LAV settore cani e gatti: “Attendiamo adesso le motivazioni che saranno rese note tra 60 giorni, ma questa importante sentenza è in linea con la proposta parlamentare di riforma del Codice Civile che introduce il concetto di animale familiare”.