Istat: crescono consumi e investimenti, ma cala il risparmio

Gli ultimi dati sfornati dall’Istat fotograno la situazione italiana del terzo trimestre 2010 e indicano una maggiore vivacità dell’economia italiana, rispetto ai trimestri precedenti.

Con il +2,4% sul terzo trimestre 2009 e il +0,8% sul secondo trimestre 2010, si conferma la crescita dei consumi delle famiglie, malgrado una diminuzione del potere di acquisto dello 0,5% in termini congiuntale e dell’1,2% su base annua.

In crescita anche gli investimenti fissi lordi delle famiglie (per intenderci, acquisto di abitazioni, ecc.), che si attestano all’8,8% del reddito disponibile lordo, in rialzo dello 0,6% sul trimestre precedente e addirittura del 4,7% sullo stesso periodo 2009. Stesso discorso per le imprese, che aumentano gli investimenti fissi lordi, toccando il 23,4% del valore aggregato lordo (grosso modo, il valore della produzione), con una crescita del 2,1% sul secondo trimestre e un boom del 9,8% su base annua.

Ma se crescono i consumi, in corrispondenza diminuisce la quota di reddito delle famiglie, destinata ai risparmi. Calano al 12,1% del reddito lordo disponibile, il dato più basso dal 2000, indicando che le famiglie stanno, al momento, spostando reddito verso i consumi. Tre le possibili spiegazioni di questo fenomeno: da un lato, dopo un biennio di compressione della spesa, le famiglie stanno riassestando i bilanci, dedicando maggiori risorse ai consumi, data la ripresa in atto; dall’altro, i bassi tassi scoraggiano il risparmio, favorendo i consumi. A ciò si potrebbe aggiungere il fatto che, calando in questo triennio, in termini complessivi, il reddito lordo disponibile delle famiglie, non essendo accompagnato da un calo proporzionale dei consumi (che restano in buona parte rigidi), ciò provoca la crescita della quota di reddito destinata alla spesa, determinando una minore propensione marginale al risparmio.

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