Si avvicina sempre più il giorno del salvataggio portoghese, ad opera di Ue e BCE.
I titoli del debito sovrano lusitani, infatti, sono sempre più oggetto di sfiducia, tanto che i rendimenti si avvicinano sempre più pericolosamente alla soglia del 7%, fissata come linite massimo dal governo di Lisbona, oltre il quale l’indebitamento del Paese non sarebbe più sostenibile.
La Germania ha, intanto, smentito le voci di presunte pressioni franco-tedesche, per convincere il governo di Socrates ad accettare il piano di aiuti europei; in realtà, ciò suona come una conferma, sebbene si stia agendo in via informale, per garantire maggiore serenità ai mercati e dignità al Portogallo.
Ma ad aggravare le tensioni sui mercati sono anche le indiscrezioni che vorrebbero imminente la richiesta dei greci di una ristrutturazione del debito, che si tradurrebbe in una rimodulazione delle scadenze, con allungamenti dei tempi di rimborso, e una diminuzione dei tassi applicati.
Quanto alle prospettive del Portogallo, la bassa crescita, seppure superiore alle previsioni, l’alto deficit (sebbene sia stato raggiunto l’obiettivo 2010 di un rapporto deficit/pil al 7,3%), la bassa produttività e l’incremento delle imposte, tra cui l’iva al 23%, sono tutti elementi che lasciano presagire un mancato miglioramento prossimo del processo di indebitamento del Paese.
E intanto si attende nervosi le aste di domani a Lisbona!