Molti di voi si staranno ancora arrovellando sul caso della morte di massa delle tortore registrata nei giorni scorsi a Faenza, nel Ravennate. Prima di barricarvi nel bunker atomico in attesa della prossima apocalisse, ecco alcuni aggiornamenti diffusi dal Corpo Forestale dello Stato sulle probabili cause della morte di questi uccelli, in seguito alle analisi eseguite su alcuni dei loro corpi.
Nessun batterio dietro alla strage, ma un virus, che è stato rilevato ma potrebbe essere tanto una concausa quanto un fattore scatenante. Altri test sono in corso in questo senso per valutare l’indice di patogenicità. Il virus è tipico dei colombiformi, per cui non ci sarebbe al momento alcun pericolo per l’uomo e per altri animali.
”Sono stati trasmessi al Comando Provinciale di Ravenna del Corpo forestale dello Stato alcuni esiti delle numerose analisi in corso sulle carcasse delle tortore trovate morte intorno alla zona industriale di Faenza – si legge nella nota del Corpo Forestale – eseguiti presso i laboratori dell’Izler, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna, dove sono stati consegnati alcuni campioni. Gli esami di natura batteriologica hanno dato esito negativo.
Nessun batterio dunque, mentre il quadro virologico evidenzia la presenza di un virus paramyxovirus aviare, virus che non comporta rischi e pericoli per l’uomo, per altre tipologie di animali domestici e selvatici, in quanto tipico dei colombiformi”.
”Per capire se questa presenza di virus potrebbe essere causa o concausa o quanto può avere inciso nel decesso dei volatili – conclude la Forestale – deve essere atteso l’indice di patogenicità di cui si sta interessando l’Istituto Zooprofilattico di Padova. Per ciò che riguarda gli altri esami, quelli chimici, bisognerà aspettare ancora qualche altro giorno”.