Da qundo nel 2008, in Italia, il governo Berlusconi ha definitivamente abolito l’Ici sulla prima casa, nessun italiano ne ha sentito la mancanza, anzi! Ma per un Paese che rinuncia o riduce la tassazione sugli immobili, eccone un altro che decide di introdurla. Si tratta della Cina; il governo di Pechino sta per introdurre un’imposta sugli immobili, quindi, molto simile a quella che vi era e vi è ancora da noi sulle seconde case, ad esempio.
L’ipotesi iniziale sarebbe di un’introduzione graduale, a partire dalle case di lusso, per poi estenderla man mano a tutti gli immobili. Fino ad oggi, invece, si pagava un’imposta solo sugli immobili per uso commerciale, una volta all’anno.
Motivo della tassa: fermare l’inflazione. Il governo ha cioè bisogno di togliere l’eccesso di liquidità in circolazione, riccorendo alla pratica dell’aumento delle imposte. In realtà, il problema è ben più specifico e riguarda un forte timore che aleggia tra l’esecutivo di Pechino e che prende il nome di “bolla immobiliare”.
A causa dei forti ritmi di crescita e dell’abbondante liquidità, Pechino teme che in Cina si possa verificare quanto è accaduto negli anni 2000 negli USA, vale a dire una corsa alla speculazione immobiliare, con la conseguente creazione di una bolla, per poi subire un effetto di scoppio di quest’ultima, con il pericolo che l’intera economia venga trascinata nel baratro.
L’imposta sarebbe funzionale a frenare tale corsa agli acquisti.