La Cgil vuole commissariare Fiom su caso Fiat

Che lo scontro interno al sindacato confederale fosse duro, lo avevano ormai capito tutti, ma che si sia già giunti a toni ultimativi e di rottura tra le due parti, forse, non se lo sarebbero attesi in tanti. Sì, perchè quello che è accaduto ieri è destinato ad avere ripercussioni immediate e profonde, da una parte o dall’altra, nella tormentata trattativa sindacale Fiat sullo stabilimento di Mirafiori.

La riunione tenutasi tra i delegati confederali della Cgil, capeggiati dal segretario Susanna Camusso, e quelli Fiom, guidati da Maurizio Landini, ha sancito formalmente la rottura tra le due fazioni, con la Cgil che medita di commissariare il suo sindacato dei metalmeccanici, a causa dei toni e degli atteggiamenti utilizzati, nell’affrontare il caso dello stabilimento Fiat e il rapporto con l’azienda.

Per la Camusso, infatti, qui si gioca il ruolo del sindacato nel Paese e si discute delle relazioni con le aziende, quindi, la problematica è di pertinenza confederale, riguardando tutto il sindacato in sè, non solo una categoria.

Landini, dal canto suo, ha confermato il suo no al referendum di Mirafiori e si è detto pronto a una fiera sconfitta.

I toni sono stati duri, alti e pesanti. La Cgil non ci sta a passare per un sindacato messo nell’angolo da spinte radical-massimaliste, ma pare che i margini delle trattative con Fiom siano ormai inesistenti.

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