Sù tassi cds periferici, mercati nervosi

Non è un buon periodo per i mercati finanziari e questo era stato ampiamente previsto qualche mese fà, quando si scommetteva su una possibile nevrosi sui mercati, a causa delle forti richieste di finanziamento, che sarebbero giunte dai governi di Eurolandia, agli inizi di questo 2011.

In sostanza, il rischio che si paventava era di una forte domanda, a fronte di un’offerta sfiduciata e attendista, con la conseguenza di una lievitazione dei rendimenti e un appesantimento del debito accumulato.

Si è cercati di scongiurare il rischio, chiedendo aiuto alla Cina, che sta confermando, in effetti, la sua politica di acquisto di titoli portoghesi e spagnoli, questi ultimi per circa 6 miliardi di euro, ma pare che ciò non stia bastando a tranquillizzare i mercati.

I cds, infatti, ossia i titoli che assicurano dal rischio bancarotta di un Paese, segnano, nell’ultima seduta, un rialzo dei tassi, segnalando un maggiore allarme percepito dai mercati, per investire in titoli periferici. Male anche l’Italia.

Per assicurarsi dal rischio default portoghese, bisognerà pagare il 5,32% della somma assicurata (532 punti base, dai precedenti 526 bp); il rischio Spagna è salito a 354 bp dai precedenti 346 bp. Non va meglio neanche per l’Italia, il cui rischio percepito è cresciuto, dato il rialzo dei tassi cds a 252 bp dai precedenti 247. E la decisione della Banca Nazionale svizzera di non accettare più titoli pubblici irlandesi non fà che incrementare il nervosismo su un già teso mercato.

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