Con l’insediamento del nuovo Congresso USA, in cui i deputati sono a maggioranza Repubblicani, quindi, del partito avversario al Presidente Barack OBama, si preannuncia uno scontro tra governo e i rappresentanti eletti, che avverrà, in modo molto evidente, sui temi tanto cari agli americani, cioè, sull’economia.
I Repubblicani tenteranno di cassare la riforma sanitaria, voluta da Obama, e pare che ci riusciranno; così come hanno già avvertito, sospinti dalle richieste dei Tea Party, che non autorizzeranno una maggiore spesa e indebitamento a livello federale, ma che anzi cercheranno di riportare la spesa federale ai livelli pre-crisi.
Uno scontro, quindi, che punta al cuore del grosso problema degli USA, il debito.
Malgrado, negli ultimissimi giorni, la neo-maggioranza alla Camera, abbia ammorbidito la linea di austerità annunciata, è evidente che la politica del “tax and spend” di Obama non potrà più avere un prosieguo, anche per ragioni economiche, data la minaccia Moody’s di declassare il debito americano, se la tendenza prossima sarà questa.
Per cercare di convincere i Repubblicani a votare in favore di un ulteriore finanziamento del debito federale, il Ministro del Tesoro Geithner ha allarmato il Congresso con una lettera in cui parla di rischio default. Ciò corrisponde a verità, ma è piuttosto paradossale che il rischio bancarotta per debiti di un Paese possa essere evitato aumentando i debiti stessi.
Nei prossimi mesi, vedremo se quelle dei Repubblicani siano chiacchiere a vuoto, o se realmente gli eredi di Reagan vorranno affrontare i tema del debito e della lievitazione spaventosa della spesa pubblica con misure concrete e incisive.
Se ci riusciranno, avranno fatto un favore non tanto a sè stessi, ma al popolo americano e forse all’intero pianeta.