Gli esemplari sarebbero stati raccolti tra domenica e martedì dagli uomini del Corpo forestale. La causa della morte dei volatili non è affatto chiara e il pensiero corre subito ai casi analoghi d’Oltreoceano, anche se le autorità invitano a non saltare subito a conclusioni apocalittiche: non ci sarebbero elementi per ipotizzare una causa comune tra stragi così distanti.
Rimane un mistero però la causa della morte di così tanti animali in poco tempo. A chiarire il giallo, spiega la responsabile del Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale del comando pronciale di Ravenna, potrebbero essere gli esiti degli esami su alcuni degli esemplari raccolti, mentre contemporaneamente sono stati raccolti anche alcuni campioni del materiale presente nella distilleria: resti di granaglie e semi di mais di cui tortore e piccioni sono ghiotti. Potrebbe esserci proprio questo dietro alla strage di volatili? E se così fosse perché nessun piccione è rimasto ucciso?
La risposta a queste domande non è poi così incredibile. Le anticipazioni delle analisi parlano di una dieta sbagliata e prolungata, a base naturalmente di semi di girasole e altre sostanze. Un tipo di alimentazione rispetto al quale il fegato delle tortore, già debilitato dalla stagione invernale, è più vulnerabile rispetto a quello dei piccioni. Si escludono comunque patologie pandemiche ed influenze aviarie. Insomma, almeno per questa volta l’umanità è salva. Le povere tortore no.