La Fincantieri di Genova e Gorizia è uscita dalle rispettive associazioni confindustriali, dando seguito a una situazione, che rischia di essere esplosiva per Confindustria a livello nazionale. Dopo il caso Marchionne, con l’ad Fiat che ha prima minacciato e poi attuato l’uscita “soft” da Confindustria, ma attraverso la creazione di una newco, ora, invece, sbattono la porta alla Marcegaglia i vertici di una delle più importanti roccheforti storiche industriali del nord.
Motivo della rottura questioni senz’altro di organigramma, con l’insoddisfazione di Fincantieri per la nuova presidenza genovese degli industriali, ma anche e soprattutto un’irritazione verso i vertici confindustriali, per essere stati abbandonati, in un periodo di forti tensioni con i sindacati, in sede di trattativa.
Ricorre, cioè, anche in questo caso la stessa ragione per cui Sergio Marchionne ha deciso di lasciare Confindustria; quest’ultima non sarebbe adeguata nel suo modello contrattuale e relazionale, con una visone vecchia e statica dei processi di contrattazione, che troppo spesso esulerebbero dalle esigenze aziendali specifiche, sacrificate, in nome della pax generale con i vertici sindacali.
Un brutto per il presidente Emma Marcegaglia, perchè le due fuoriuscite rischiano di scatenare una reazione a catena, per cui altri industriali insoddisfatti potrebbero seguire la scia di Marchionne e Fincantieri. Avvisaglie in tal senso ce ne sono da tempo anche in Campania, con industriali di peso, in aperta polemica contro la Marcegaglia, per un modo “politico” di gestione dell’associazione.