Uno degli ultimi film ad essere stati presentati al Festival del Cinema di Venezia è “La versione di Barney” diretto da Richard J.Lewis tratto dal romanzo capolavoro di Mordecai Richler : pubblicato nel 1997 ha avuto grande successo in tutto il mondo, e in particolar modo proprio in Italia dove nel 2001 è divenuto un vero e proprio caso letterario con più di 100.000 copie vendute. Il film racconta la folle vita di Barney Panofsky, un ricco ebreo canadese che, passati i sessant’anni, fra quattro dita di whisky e una boccata di Montecristo, impugna la penna per tracciare un consuntivo sulla sua travagliata esistenza. Ci troviamo di fronte a un uomo ordinario alle prese con una vita straordinaria. Il film attraversa quattro decadi e due continenti, ed include tre mogli, un padre oltraggioso e un affascinante e dissoluto migliore amico.
Il Barney del romanzo è un personaggio fuori misura, antipatico, logorroico, irriverente e insofferente. Nella trasposizione cinematografica invece diventa quasi amabile e dolce. Ciò che resta immutata è la sua fantasiosa e soggettiva versione da raccontare su come sono andate le cose, tanto nella sua vita sentimentale che nel mistero legato alla scomparsa dell’amico Boogie. La sceneggiatura trova così equilibrio in una versione soft del romanzo, sfuggendo al ritmo sincopato e svagato dell’originale sostenuta da un cast che punta soprattutto su due attori straordinari come Paul Giamatti nel ruolo di Barney, e Dustin Hoffmannei panni del padre. Il film sarà nelle sale italiane a partire dal 14 gennaio.