Si allarga Eurolandia, entra l’Estonia

Aggiungiamo un posto a tavola, perchè da ieri, 1 gennaio 2011, la famiglia dell’euro si allarga a un altro componente. Questa volta tocca all’Estonia, Paese baltico e ex sovietico, ad adottare la moneta unica, rinunciando alla propria.

L’Estonia, così, diventa il diciassettesimo stato ad avere l’euro come moneta nazionale. Rimpiazza la corona, che il Paese aveva introdotto nel 1992, quando l’ex impero sovietico a cui apparteneva si era disgregato rovinosamente.

Dopo Slovenia e Slovacchia, l’Estonia è il terzo Paese ex comunista ad avere introdotto l’euro.

L’ingresso dello stato baltico è stato accolto con soddisfazione dal commissario per affari monetari della UE, Olli Rehn, che ha indicato come un fattore di stabilità della moneta unica, il passo dell’Estonia.

L’Estonia, peraltro, ha da anni una politica fiscale invidiabile, con basse aliquote e deficit molto contenuti. L’ingresso del nuovo membro non potrà che suggerire un rafforzamento del club dell’euro, moneta ambita e fonte di aspirazione di molti Paesi UE ancora non aderenti alla moneta unica.

C’è poi un significato politico che non deve sfuggire: l’adozione dell’euro da parte di un Paese ex sovietico, oltre che ex appartenente al blocco comunista, è un segnale di allargamento dell’Europa verso est; e cosa più importante, forse la Russia ha smesso di vedere l’euro e la UE come una minaccia, avendo proposto il premier russo Putin in persona, poche settimane fà a Berlino, la possibilità che anche il suo Paese possa in futuro dotarsi della moneta unica; parole che suonano come una sfida aperta a Washington, ma che segnerebbero una svolta epocale nel Vecchio Continente.

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