Lo studio di fattibilità del gasdotto, che dovrebbe condurre il gas russo in Europa occidentale, sarebbe quasi pronto cosi come i lavori di inizio della relativa realizzazione.
Il gasdotto dovrebbe vedere la luce, grazie a un accordo tra il monopolista del gas russo Gazprom e la socieà italiana Eni, la partecipazione della quale viene vista come strategica e addirittura essenziale.
Eni, infatti, sarebbe insostituibile, con la sua controllata Saipem, nella realizzazione dei 900 chilometri di tubazione, nella parte orientale del Mar Nero, fino alla Bulgaria, a 2200 metri di profondità.
La compartecipazione agli utili di Eni sarebbe, in questo caso, ben maggiore; ma in ogni caso, i diritti di partecipazione le verrebbero riconosciuti, grazie al suo contributo nella costruzione del gasdotto.
Un affare, che dovrebbe costare intorno ai 15-16 miliardi di euro l’anno, con una capacità di trasporto fino a 63 miliardi di metri cubi l’anno, per un utile stimato che va dai 10 miliardi ai 20 miliardi l’anno, quest’ultimo dato, nel caso in cui i tubi fossero colmi di gas durante l’anno, potendo anche soddisfare le esigenze energetiche italiane.
Insomma, pare che il dossier Wikileaks non abbia avuto effetto; anche se molto dipenderà dallo scenario politico italiano, nei prossimi mesi.